«Credo in una sorta di coscienza collettiva energetica, nel cervello come un piccolo universo con milioni e milioni di connessioni».
Dasha Rush, CLOT Magazine
Dasha Rush è una DJ, produttrice techno e artista fondamentale nell’attuale panorama musicale, è nata a Mosca nel 1979 dove fin dai quattordici anni ha preso confidenza con la musica elettronica, immergendosi presto in una ricerca fisica e spirituale sempre più libera dalle definizioni.
Fin dagli inizi della sua carriera, Dasha Rush è stata protagonista di sperimentazioni con varie forme musicali (e non musicali) guidate dall’eclettismo, dalle quali deriva un disegno armonico in continua trasformazione, contraddistinto da espressioni profonde, leggermente oscure e molto emotive, con un immancabile tocco di eleganza.
L’ambiente proposto dalla produttrice e sound artist sperimentale ha avuto modo di essere ricreato nei principali siti musicali e artistici d’avanguardia: un contesto che dapprima potrebbe apparire possibilmente contorto ma che diviene presto poetico, segnato dalla presenza di macchine pronte a connettersi con i sogni umani, in un nuovo rapporto tra il gotico e il neoromantico.Universo, fenomeni naturali estremi, viaggi interni alla mente umana, spazio esterno, impulsi e desideri della psiche, sono alcuni dei temi che da sempre sfamano la curiosità artistica di Dasha Rush, dai quali nasce una techno densa e stratificata accompagnata da esplorazioni visive e arti performative.
Dasha Rush ha portato la sua dimensione nei principali locali e festival del settore e come DJ ha suonato ovunque, dal Berghain al Liquid Club, BASEMENT (NY), allo ZENNER, ELSE, Fabric di Londra, alla Boiler Room, HÖR Berlin, Stone Techno Festival, Awakenings Festival, EXIT Festival, Lanna Festival, La Belle Electrique, Melkweg di Amsterdam, Wall to Wall Club Festival, Paradigm Festival, XRDS Festival….
Dalla musica elettronica ai progetti artistici, i lavori di Dasha Rush sono intensi viaggi che partono guardando ai primi movimenti underground per poi liberarsi in teorie scientifiche, nei meandri della mente, nei percorsi indefiniti dello spazio e delle possibili versioni del presente e del futuro.
«C’era un suono che sembrava Amore».
Dasha Rush
Dopo essere entrata in contatto con l’ambiente musicale nella propria città natale, Dasha Rush si è trasferita a Parigi, dove ha intrapreso una carriera nel mondo della moda così da avere un sostentamento economico e continuare la propria progressione organica come compositrice, DJ, produttrice, artista:
«Fare la modella non era qualcosa che sognavo di fare. Probabilmente era un sogno per molte ragazzine, ma non per me. Non ci avevo mai pensato, ma era un’occasione per scappare. Beh, non proprio per scappare, ma per vedere il mondo. È stata un’opportunità per lasciare la Russia e vedere cosa stava succedendo là fuori[…]. Parigi, quello era un mondo molto, molto diverso. Ho continuato a fare la mia musica e a provare a fare la DJ, ma ho anche dovuto iniziare a lavorare per l’agenzia di modelle, il che era molto serio e all’inizio è stato molto difficile. C’erano molti codici sociali sull’essere educati e dovevo imparare come reagire a queste persone. Venivo da un paese difficile. Ero molto diretta ed è stato molto difficile per me adattarmi, ma penso che la musica mi abbia salvato[…]. Per me fare la modella era solo un lavoro per soldi. Non aspiravo a diventare una top model. Non mi importava davvero, il che forse non era così professionale […]. Il lavoro in realtà mi ha fatto sentire libera in quello che volevo fare, quindi potevo fare quello che volevo con la musica e non dipendere da essa per i soldi. Sono andati d’accordo per molto tempo, il mio lavoro come modella e la mia musica».
Dasha Rush, Red Bull Music Academy
Da quando Dasha Rush ha lasciato la Russia nel 1996, diverse collaborazioni con coreografi, artisti, ballerini, pittori, le hanno permesso di non fermarsi alla “sola” musica, ma di immergersi in un ambiente artistico stimolante che ha segnato la visione dell’artista.
Ed è con tale “fame di creazione” che Dasha Rush, nel 2004, sceglie di fondare la sub-label di musica elettronica segnata da una ricerca tra musica sperimentale, astratta e techno, Hunger to Create. L’anno dopo emerge l’etichetta di Dasha Rush, Fullpanda Records – che vede la maggior parte delle pubblicazioni della DJ e produttrice – e il cui slogan è All you need is ears..:
«Nel 2004 ho aperto una piccola etichetta chiamata Hunger to Create. Ho semplicemente deciso di farlo da solo. La gente diceva sempre: “Oh, potresti farlo in questo o in quello”, e io ho capito che “No, non lo farò in questo o in quello”. Lo farò semplicemente come voglio. Ho avuto un’opportunità perché guadagnavo soldi facendo la modella, quindi potevo semplicemente stampare dischi da sola. Fullpanda arrivò un anno dopo, nel 2005».
Dasha Rush, Red Bull Music Academy
Dopo la nascita dell’etichetta discografica firmata Dasha Rush, segue la pubblicazione del suo album di debutto dal titolo capace di racchiudere la filosofia alla base della ricerca artistica di Dasha Rush: Forms ain’t Formats (2006); ritmi dancefloor si alternano a melodie sonore sperimentali, passando da da suoni freddi industrial ad atmosfere minimaliste.
Poco dopo Dasha Rush viene invitata a uno dei maggiori festival di musica elettronica, Astropolis, e seguono pubblicazioni per label quali Sonic Groove e Raster-Noton, mentre continuano diverse collaborazioni multi-artistiche che rendono la DJ e producer unica nel suo genere, dove per la Rush «Il genere è un punto di partenza, non una destinazione».
Il 2009 vede la pubblicazione dell’album I Run Iron I Run Ironic (Hunger To Create) e nel 2014, viene presentato in anteprima (al Festival Atonal) Antarctic Takt, progetto in collaborazione con l’artista visivo Stanislav Glaszov.
«Penso di avere una tendenza all’evasione – come se volessi correre in Antartide dove non c’è nessuno e niente – poi ho questo interesse per i vuoti, lo spazio e i buchi neri. Quindi viene dal pensare alle composizioni musicali – quando il nulla diventa la composizione, tecnicamente il silenzio. Puoi lasciare l’ascoltatore come in uno spazio sospeso… ».
Dasha Rush, The QUIETUS
La performance audiovisiva monocromatica invia il pubblico in un viaggio atipico e stimolante verso un’Antartide astratta, ed è stata riproposta – tra gli altri – al Mutek Montreal, al LEV Festival in Spagna, Ars Electronica (Austria), al Resonanz festival di Tokyo, al Volt Festival (Svezia), all’Alexandrinskii Theatre di San Pietroburgo e al Barbican Centre di Londra.
Nel frattempo nel 2015 usciva Sleepstep per Raster-Noton, che può essere definito come una «Metafora del suo lavoro musicale», perché rappresenta un viaggio pacifico tra estremi, una sintesi di contraddizioni e universi paralleli: dal sogno alla veglia, dal chiaro al nebbioso, dal brutale al tenero. Un album che esplicita quanto la «Musica sia fatta di silenzi» e l’importanza data da Dasha Rush al «Non essere una cosa o l’altra» il che va di «Di pari passo con la sua forte vena indipendente».
Dark Hearts of Space, del 2016, manifesta invece la curiosità di Dasha Rush per lo spazio, l’universo, la natura poetica dei buchi neri; la performance Dark Hearts of Space è stata sviluppata presso il Banff Centre for Arts and Science in Canada durante la Convergence Residency, per poi essere presentata all’Unsound Festival e al Lowry Theatre di Manchester.
Nello stesso anno Dasha Rush è entrata a far parte come curatrice del comitato dello Spacial Sound Institute di Budapest, visto il suo studio sullo sviluppo della tecnologia del suono spaziale e con 4DSOUND l’artista ha aperto nuove possibilità per creare, eseguire e sperimentare il suono spazialmente, sulla base del suono 4D.
L’ultimo album di Dasha Rush, Contamplating (Raster, 2023), continua il viaggio da lei iniziato da agli albori, verso mete sempre meno fisiche eppure così presenti. Un linguaggio che si rivolge ai sensi dove questi possano essere liberi di sentire e sorprendersi, ancora una volta ben rappresentato nei lavori di Dasha Rush:
«[…] Synaesthetic Amoralia , che è ovviamente legato alla sinestesia, al colore e al suono. Non voglio addentrarmi troppo nelle teorie della sinestesia ma solo una parte di essa – creare qualcosa per una performance che possa essere anche meditativa».
Dasha Rush, The QUIETUS
‘I believe in a kind of collective energetic consciousness, in the brain as a small universe with millions and millions of connections’.
Dasha Rush, CLOT Magazine
Dasha Rush is a DJ, techno producer and leading artist in today’s music scene. She was born in Moscow in 1979 and from the age of fourteen she became familiar with electronic music, immersing herself early on in a physical and spiritual quest increasingly free of definitions.
From the very beginning of her career, Dasha Rush has been the protagonist of experimentation with various musical (and non-musical) forms driven by eclecticism, from which she derives an ever-changing harmonic design, characterised by deep, slightly obscure and very emotional expressions, with an unfailing touch of elegance.
The environment proposed by the experimental producer and sound artist has been recreated in the main avant-garde music and art sites. An environment that at first might appear twisted but soon becomes poetic, marked by the presence of machines ready to connect with human dreams, in a new relationship between the gothic and the neo-romantic, has thus taken shape. The universe, extreme natural phenomena, inner journeys of the human mind, outer space, impulses and desires of the psyche: these are some of the themes that have always fed Dasha Rush’s artistic curiosity. Subjects from which comes a dense and layered techno accompanied by visual explorations and performing arts.
Dasha Rush has taken her act to major venues and festivals and as a DJ has played everywhere from Berghain to Liquid Club, BASEMENT (NY), ZENNER, ELSE, Fabric in London, the Boiler Room, HÖR Berlin, Stone Techno Festival, Awakenings Festival, EXIT Festival, Lanna Festival, La Belle Electrique, Melkweg in Amsterdam, Wall to Wall Club Festival, Paradigm Festival, XRDS Festival….
From electronic music to art projects, Dasha Rush’s works are intense journeys that start by looking at the earliest underground movements and then break free into scientific theories, into the meanders of the mind, into the undefined paths of space and possible versions of the present and future.
‘There was a sound that felt like Love’.
Dasha Rush
After entering in the music scene in her hometown, Dasha Rush moved to Paris, where she embarked on a career in the fashion world in order to have a financial livelihood and continue her organic progression as a composer, DJ, producer, artist:
“Modelling was not something I dreamed of doing. It was probably a dream for many young girls, but not for me. I had never thought about it, but it was a chance to escape. Well, not really to escape, but to see the world. It was an opportunity to leave Russia and see what was going on out there[…]. Paris, that was a very, very different world. I continued making my music and trying to DJ, but I also had to start working for the modelling agency, which was very serious and it was very difficult in the beginning. There were a lot of social codes about being polite and I had to learn how to react to these people. I came from a difficult country. I was very straightforward and it was very difficult for me to adapt, but I think music saved me[…]. For me, modelling was just a job for money. I didn’t aspire to be a supermodel. I didn’t really care, which was maybe not so professional […]. The job actually made me feel free in what I wanted to do, so I could do what I wanted with music and not depend on it for money. They went together for a long time, my modelling job and my music’.
Dasha Rush, Red Bull Music Academy
Since Dasha Rush left Russia in 1996, various collaborations with choreographers, artists, dancers and painters have enabled her to move beyond music and immerse herself in a stimulating artistic environment which has shaped her vision.
In 2004, it was with such a ‘hunger for creation’ that Dasha Rush chose to found the electronic music sub-label marked by a pursuit between experimental, abstract and techno music, Hunger to Create. The following year Dasha Rush’s label, Fullpanda Records – which contains most of the DJ and producer’s releases – emerged and its slogan was All you need is ears..:
‘In 2004 I started a small label called Hunger to Create. I simply decided to do it on my own. People always said, ‘Oh, you could do it in this or in that’, and I realised, ‘No, I’m not going to do it in this or in that. I will simply do it the way I want to. I had an opportunity because I was earning money as a model, so I could just print records myself. Fullpanda came a year later, in 2005’.
Dasha Rush, Red Bull Music Academy
The inception of Dasha Rush’s record label was followed by the release of her debut album entitled Forms ain’t Formats (2006), which encapsulates the philosophy behind Dasha Rush’s artistic research.
On the album, dancefloor rhythms alternate with experimental sound melodies, moving from cold industrial sounds to minimalist atmospheres. Shortly afterwards, Dasha Rush was invited to one of the biggest electronic music festivals, Astropolis. Publications for labels such as Sonic Groove and Raster-Noton came next, while various multi-artistic collaborations continued, making the DJ and producer unique in her genre, and for Rush ‘genre is a starting point, not a destination’.
2009 witnessed the release of the album I Run Iron I Run Ironic (Hunger To Create) and in 2014, Antarctic Takt, a collaborative project with visual artist Stanislav Glaszov, was premiered (at the Atonal Festival).
‘I think I have a tendency to escape – like I want to run to Antarctica where there is no one and nothing – then I have this interest in voids, space and black holes. So it comes from thinking about musical compositions – when nothingness becomes the composition, technically silence. You can leave the listener as if in a suspended space….’.
Dasha Rush, The QUIETUS
The monochromatic audiovisual performance sends the audience on an atypical and inspiring journey to an abstract Antarctica.
The performance has been shown – among others – at Mutek Montreal, LEV Festival in Spain, Ars Electronica (Austria), Resonanz festival in Tokyo, Volt Festival (Sweden), Alexandrinskii Theatre in St. Petersburg and the Barbican Centre in London.
Meanwhile, in 2015, Sleepstep was released by Raster-Noton. The album can be defined as a ‘Metaphor for her musical work’, because it represents a peaceful journey between opposites, a synthesis of contradictions and parallel universes: from dreaming to waking, from clear to foggy, from brutal to tender.
An album that makes explicit how ‘Music is made of silences’ and the importance Dasha Rush gives to ‘Not being one thing or the other’ which goes ‘Hand in hand with her strong independent streak’.
Dark Hearts of Space, from 2016, on the other hand, manifests Dasha Rush’s curiosity for space, the universe, and the poetic nature of black holes; the performance Dark Hearts of Space was developed at the Banff Centre for Arts and Science in Canada during the Convergence Residency, and was then presented at the Unsound Festival and the Lowry Theatre in Manchester.
In the same year, Dasha Rush joined the committee of the Spacial Sound Institute in Budapest as a curator, given her study of the development of spatial sound technology.
With 4DSOUND, the artist opened up new possibilities for creating, performing and experiencing sound spatially, based on 4D sound.
Dasha Rush’s latest album, Contamplating (Raster, 2023), continues the journey she started in the early days, towards destinations that are less physical and yet so present. A language that addresses the senses where they can be free to feel and be surprised, once again well represented in Dasha Rush’s work:
‘[…] Synaesthetic Amoralia , which is obviously related to synesthesia, colour and sound. I don’t want to go too deep into the theories of synaesthesia but just a part of it – to create something for a performance that can also be meditative’.
Dasha Rush, The QUIETUS
2006: Forms Ain’t Format (2 versions), Fullpanda Records
2009: I Run Iron I Run Ironic (4 versions) Hunger to Create
2014: Dasha Rush Live Act. 2014 At Crossover Festival. France (File, MP3) Not On Label (Dasha Rush Self-released)
2015: Sleepstep – Sonar Poems For My Sleepless Friends (5 versions), Rester-Noton
2023: Contemplating (3 versions), Raster
1998: Dasha Rush, Eugene Ignashev – First experience (30×Cassette, Single, Limited Edition) Hunger To Create
2004: Untitled Hunger (12″, 33 ⅓ RPM, 45 RPM, White Label), Hunger To Create
2005: Fullpanda (12″), Fullpanda Records
2007: Approach EP (2 versions), Fullpanda Records; Dasha Rush, Automat (2), Stalker – Various Minds (2 versions), Fullpanda Records
2008: Dasha Rush & Yuka (2) – Romance With Robots (12″, 45 RPM), Fullpanda Records
2009: Dasha Rush & KHZ* – If Techno… (12″), Fullpanda Records; Dasha Rush . Toise . Geneepeak . Suspect – On The Way (12″), Fullpanda Records
2010: Sonic State (2 versions), Sonic Groove; Dasha Rush, Donato Dozzy, Dino Sabatini – In Vaders Remix (All Media, Single), Fullpanda Records; Unspoken (2 versions), Fullpanda Records
2011: Relativismi (2 versions) Sonic Groove
2013: Interception Of Arts (12″), Fullpanda Records
2014: Timid Ocean Drawings (3 versions), Deep Sound Channel
2017: Ain’t No God Nor King (12″), Sonic Groove
2018: Acid Sketch EP (12″, 33 ⅓ RPM, EP), Fullpanda Records
2022: Dark & Filthy (2 versions), Sonic Groove
2022: Varg²™, The Lone Flanger, Bertrand., Dasha Rush – Vibe Before Hype
2004: Exhibitionist (6 versions), Axis; Exhibitionist Mix DVD (Digest) (DVD, PAL, Promo, Sampler), React
2015: RA.469 (File, MP3, Mixed), Resident Advisor